Tu sei la mia eredità, o Signore

Fr. Kevin Peter, OP, riflette sul Vangelo della 33a domenica del tempo ordinario (Mc 13-24) nella nostra serie video settimanale.


A volte si dice che la fede cattolica sia uno dei tanti paradossi. Questa domenica offre un esempio sorprendente di uno di questi paradossi fondamentali nella nostra fede, che richiede ai cristiani di abbracciare una tensione al centro della loro vita quotidiana di fede. Cosa intendo con questo?

?Il profeta Daniele parla di un tempo di "angoscia senza pari". Il versetto dell'Alleluia ci avverte di essere vigili in ogni momento, così da avere la forza di stare di fronte al Figlio dell'uomo. Gesù, nel nostro Vangelo, racconta di una grande tribolazione quando il sole sarà oscurato, la luna non brillerà, le stelle cadranno dal cielo e le potenze nei cieli saranno scosse. In questo contesto, Egli tornerà di nuovo con potenza sulle nuvole, inviando i Suoi angeli a radunare coloro che ha scelto.

?Si tratta di passaggi spaventosi e intimidatori: la vita di ognuno di noi finirà, anche questo mondo finirà, e il popolo di Dio dovrà soffrire un periodo spaventoso di grande angoscia, e tuttavia avrà il grande e incerto compito di rimanere fedele nonostante la sofferenza e la tribolazione.

?Tuttavia, metti a confronto questo con il nostro Salmo e la seconda lettura. La lettera agli Ebrei ci dice che l'unica, perfetta offerta di Gesù, il Sommo Sacerdote, ha tolto i peccati e ha reso perfetti per sempre coloro che vengono consacrati. E il Salmo ci dice: "Tu sei la mia eredità, o Signore! Per questo il mio cuore è gioioso e la mia anima esulta, anche il mio corpo dimora nella sicurezza, perché tu non abbandonerai la mia anima negli inferi, né permetterai che il tuo fedele subisca la corruzione".

?Allora, qual è? Il mondo sta passando via in una spaventosa angoscia, minacciando di strapparci da Gesù Nostro Signore? Oppure i nostri cuori gioiscono nella redenzione e nella salvezza di Dio, in un'eredità che abbiamo già ricevuto?

?La risposta, ovviamente, è entrambe. Come sottolineano queste letture, noi cristiani viviamo in un tempo paradossale, intermedio. Siamo stati salvati. Siamo stati redenti dal battesimo. Abbiamo ricevuto la vita stessa di Dio nei Sacramenti. E gioiamo!

Eppure, portiamo questo tesoro nei fragili vasi di terra della nostra stessa rottura, soffrendo prove costanti da parte del mondo, del diavolo e persino della nostra stessa carne. La luce che portiamo dentro di noi è in costante pericolo di essere soppressa, o persino estinta, dai nostri stessi peccati.

?Quindi, questa domenica è il momento perfetto per rinnovare la nostra speranza in Gesù e nelle Sue promesse. Possiamo gioire per i grandi doni che ci ha già dato, ma anche implorare il Suo aiuto e la Sua forza nelle prove che sappiamo di dover ancora affrontare. Mentre ci avviciniamo a Gesù nel Santo Sacrificio della Messa, quindi, rinnoviamo la nostra gioia e la nostra speranza, specialmente nel Corpo e nel Sangue di Gesù che ci danno la vera vita.


Immagine: Giudizio Universale di Michelangelo