Giudizio e Gregorio Magno

Secondo Gregorio Magno, il giudizio finale è la manifestazione culmine della vittoria di Cristo sui suoi nemici e l'ardente purificazione delle imperfezioni nei suoi amici. Tutta la storia umana si svolge in vista di questo incontro finale tra i servi impuri di Satana e il Corpo mistico trionfante di Cristo. Una volta che il confine della storia passa in quel momento cardine del giudizio: si apre l'aia, e inizia il vaglio divino. La Giustizia Divina nella carne applicherà una misura rigorosa ed esigente che potrebbe essere solo perfetta, totale e trascendente.

Per Gregorio il giudizio è il punto di transizione verso l'eterno includere e porto di pace. Tutte le tempeste di questa età che passa, interne ed esterne, servono a scopi più elevati di separarci dagli attaccamenti inferiori e di aumentare la nostra ricompensa finale attraverso la paziente resistenza. Come afferma Gregorio, «il grano ora geme sotto la pula», ma al giudizio finale avverrà una separazione completa (Moralia in Giobbe 34.5.10). Satana ei suoi associati rivolti verso l'interno non troveranno posto all'interno delle alte e auguste mura della città celeste. Il giudizio colpirà, rapido come un fulmine. A differenza della sua prima apparizione, dal corpo sottile di Cristo emanerà una potenza piena e maestosa, che farà impaurire i suoi nemici (17.32.53, 34.7.16). La grandezza del suo aspetto e la radiosità del suo splendore serviranno anche a purificare qualunque “ruggine da peccati lievi” possa essere rilevata nei santi che perseverarono eroicamente fino alla fine (34.7.16). Tutta la pula deve essere bruciata, tutto il grano deve essere puro. I pronunce cadranno come un fulmine, e questo incendio avverrà nella misura dovuta e nella piena giustizia (34.5.10). L'antico nemico sarà confinato e punito insieme a tutti coloro che hanno bevuto liberamente il veleno dei suoi errori (20.27.56). Tutti gli eletti purificati passeranno allo stato eterno dove tutti i cuori umani saranno luminosi come l'oro e trasparenti come il vetro puro, mentre i reprobi rimarranno uniti alla loro testa serpentina nell'eterno castigo (18.48.77-78, 34.6.11, 32.17.29). .XNUMX). La giustizia divina regnerà, il drago malvagio sarà spazzato via e la porta della città celeste della pace sarà assicurata per tutta l'eternità.

Prima che arrivi questa fine completa, tuttavia, molto resta da fare. Finché abbiamo ancora tempo, Gregorio consiglia che l'umiltà e il timore reverenziale dovrebbero caratterizzare i nostri atteggiamenti verso questo fine cruciale (31.27.53). Sebbene ci manchi una visione adeguata di come la nostra storia collettiva sia plasmata da un piano divino, sappiamo che ora è l'età in cui Cristo ci aspetta pazientemente. Come insegna Gregorio, ora è il tempo della misericordia e, al giudizio, della giustizia (33.12.23). Il nemico è reale, intelligente e ruggisce con il fiato sospeso per attirarci alla sua esca velenosa (33.24.44, 34.22.45). Resistiamo, rivolgiamo la mente al Re, in attesa delle sue mosse e della sua vittoria finale.

fr. Matthew Wanner, OP | Incontra i Fratelli in Formazione QUI