Meditare i Misteri: l'anima del Rosario

Il Rosario è stato davvero storicamente donato dalla Beata Vergine Maria al nostro fondatore San Domenico di Guzman? Purtroppo, anche se più di dieci Papi hanno attribuito il Rosario a San Domenico, ciò non è così semplice da dimostrare. Non ci sono praticamente riferimenti ad alcun “Rosario” nei primi scritti dell’Ordine, e la pratica di dire preghiere insieme a pietre o grani apparentemente è anteriore a San Domenico.

Tuttavia, se il Rosario abbia origine o meno da San Domenico dipende da cosa si intende per “Rosario”. Per definire propriamente il Rosario, adottiamo un approccio “scolastico” e proviamo a comprenderlo secondo le “quattro cause” di Aristotele; quattro modi per spiegare la sua esistenza.

Innanzitutto il Rosario esiste per questo causa finale, cioè il suo scopo: la conversione dei cuori e delle menti dalla corruzione del peccato e dell'eresia.

Il Rosario esiste per questo causa agente, cioè chi o cosa lo ha dato all'esistenza: la Santissima Trinità, maestra di preghiera che tutto fa esistere. Potremmo chiamare Maria e San Domenico strumenti dell'esistenza del Rosario in quanto Dio ci ha donato il Rosario attraverso di loro. Anche tu ed io saremmo strumenti dell'esistenza del Rosario, ogni volta che lo preghiamo!

Il Rosario esiste per questo causa materiale, cioè di cosa è fatto: semplicemente perline, un po' di spago e una croce. Ma, cosa ancora più importante, è costituita dalla recitazione frequente delle migliori preghiere verbali mai scritte: il Padre Nostro e l'Ave Maria, che si trovano entrambe nella Sacra Scrittura.

Infine, il Rosario esiste per questo causa formale, cioè ciò che la fa essere quello che è: la meditazione sui Misteri. È questa caratteristica unica che costituisce l'“anima” del Rosario, rendendolo più che una vana ripetizione. Eleva la nostra mente alla contemplazione di Dio nel modo a noi più consono, attraverso i nostri sensi e la nostra immaginazione, meditando sui soggetti umani più nobili che siano mai esistiti: Gesù il Dio Incarnato e Sua Madre.

Possiamo quindi definire il Rosario come una serie di preghiere ispirate recitate insieme alla meditazione della mente sulla vita fisica di Gesù e di Maria, donate dalla Madonna a San Domenico per salvare le anime distruggendo il peccato e l'eresia.

Non è semplicemente un filo di perline o uno strumento per contare le preghiere insensate. Questi esistevano prima dell'epoca di San Domenico. San Domenico ha dato al Rosario uno scopo speciale, ed è uno strumento magistralmente realizzato per quello scopo. Come noi siamo composti sia di corpo che di anima, il Rosario è fatto di preghiere vocali intrise della meditazione dei Misteri, che san Paolo VI chiamò “Compendio del Vangelo”.

L'eresia albigese riteneva che il corpo fosse intrinsecamente malvagio. Con il Rosario meditiamo come Gesù ha assunto la natura corporea, ha sofferto, è morto ed è risorto in quel corpo, per riscattare il nostro corpo dalla morte eterna.

Anche se San Domenico non fu il primo a creare tutti gli elementi del Rosario, gli diede una forma speciale per uno scopo specifico: sostenere la bontà della nostra natura corporea, schiacciare l'eresia e salvare le anime.

Fr. Francis Dominic Nguyen, OP | Incontra i Fratelli in formazione QUI