"Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla; egli mi fa giacere in pascoli verdeggianti; mi conduce lungo acque tranquille; egli ristora l'anima mia." — Salmo 23:2
Gesù è il Buon Pastore, e colui di cui parlano i Salmi. Viene per offrire acqua pura per le nostre anime aride. Tuttavia, Giovanni presenta il nostro Signore oggi usando un'immagine completamente diversa: Gesù viene portando il fuoco, il fuoco dello Spirito Santo, e soffia sulle fiamme affinché questo fuoco possa bruciare più intensamente. Come diamo un senso a questa apparente contraddizione?
Potremmo essere tentati di concentrarci solo sul Gesù che porta acqua calmante e ci porta sulle sue spalle come agnellini. Alcuni sembrano conoscere solo questo Gesù. Pensano che ci sia un altro Gesù che porta fuoco e spada. Quel Gesù è molto più duro. Ci fa delle richieste! Non promette di tenerci liberi dalla sofferenza!
Certo, c'è un solo Gesù. Ma la realtà di la nostra anima è che, proprio come abbiamo bisogno dell'acqua, abbiamo bisogno del fuoco. C'è pula dentro di noi; deve andarsene prima che possiamo trovare il vero riposo. Giovanni ci ricorda oggi le cose che facciamo a causa della pula. Estorciamo e accumuliamo falsamente. Non siamo mai soddisfatti di ciò che abbiamo. Afferriamo e accumuliamo cose.
Abbiamo bisogno di questo fuoco per renderci puliti, ma è umano essere apprensivi. Il fuoco è espansivo; da solo, non sa quando fermarsi. Quando si tratta del fuoco dello Spirito Santo, dobbiamo avere fede che questo fuoco non ci danneggerà nel profondo.
Il Signore che porta il fuoco è lo stesso Signore che vuole condurci ad acque pure. Vuole usare il fuoco per il nostro bene. Se lo lasciamo lavorare su di noi, diventeremo come il roveto ardente: in fiamme, ma non consumati. In questo senso, come il Signore vorrebbe che stessimo già bruciando!
Non dobbiamo necessariamente andare a cercare questo fuoco. Ci trova attraverso le numerose circostanze e chiamate nelle nostre vite. La cosa più importante è vedere le nostre sofferenze con gli occhi della fede, trovando in esse un'opportunità di abbandono e offerta. E, allo stesso modo, possiamo vedere le cose positive nella nostra vita come un'opportunità di gratitudine e gioia. Con semplicità e pazienza, senza avere ansia per nulla, gioiamo dei buoni doni del Signore nostro Dio, che siano come acqua o fuoco.