L'Eucaristia: Sacramento dell'Unità

La nostra nazione, il nostro mondo, è diviso. Potresti averlo notato. La Chiesa è fonte di unità per tutti i popoli, ma quando la divisione minaccia la Chiesa stessa, cosa fai? La minaccia di tale divisione è evidente, e sebbene la Chiesa abbia sopportato molto peggio, la stanchezza, l'ansia di essa appesantisce, rende forse avvilito o abbattuto. Le nostre speranze per la Chiesa, per il mondo, per i nostri cari e per noi stessi diventano più piccole, fino al punto in cui siamo impaurito sperare, per timore che la disillusione colpisca ancora. I problemi sembrano troppo grandi per noi da risolvere da soli.

Ma non sono troppo grandi per il Signore risolvere, e fa nostra la sua forza, grazia che ravviva le nostre anime, specialmente nell'Eucaristia. Qui il Signore si dona come principio dell'unità della Chiesa: il suo corpo offerto per noi approfondisce la nostra incorporazione a lui; il suo sangue sparso per noi ci ravviva. L'Eucaristia ci unisce anche gli uni agli altri. Come dice sant'Agostino: «Se dunque siete corpo e membra di Cristo, è... il tuo mistero posto sulla mensa del Signore. Ricevi il tuo mistero." Forse non meditiamo abbastanza questo aspetto del sacramento, peccato, perché ricevere l'Eucaristia con desiderio di unione con tutto il Corpo di Cristo favorisce grandemente questa unità: «Sii ciò che vedi; ricevi ciò che sei», dice Agostino. Nel ricevere Cristo, ci uniamo a tutti coloro che appartengono a Cristo, e se ci rifiutiamo di fare quest'ultimo, non possiamo fare il primo. Ancora Agostino scrive: «Chi riceve il mistero ma non mantiene il vincolo della pace, non riceve il mistero per se stesso, ma una testimonianza contro lui stesso." L'Eucaristia non può essere privatizzata, né recepita con profitto come segno esteriore di un'unità che non è interiormente presente. Eppure, se ci avviciniamo all'altare con l'esplicito desiderio per questa unità — per noi stessi e per gli altri — non solo ci prepariamo a una comunione più feconda, ma ci lavoro per raggiungere questa unità. I sacramenti fanno ciò che significano e quanto più siamo preparati a riceverli, tanto più forti sono i loro effetti.

Certo, ciò che rende possibile questa unità è la realtà dell'Eucaristia come tutta la sostanza di Cristo—un semplice desiderio sentimentale di appartenenza (secondo me), uno spettacolo esteriore di comunione, l'accoglienza di pane e vino semplici non possono raggiungere questa unità. Ma l'accoglienza di Cristo la nostra pace, di cui siamo membri, può e agisce. Eppure dovremmo renderci conto che, proprio nel ricevere Cristo, ci riceviamo gli uni gli altri come membra dello stesso Corpo, non sostanzialmente, è vero, ma nella carità. Ci sono sì divisioni che fanno presagire conflitti nel mondo e nella Chiesa, ma il nostro cibo e la nostra bevanda è il Principe della pace stesso. Se lo accogliamo con l'ardente desiderio di unità, e l'intenzione di realizzarla, non ce la farà fare per realizzarla?


fr. Colombano Mary Hall, OP | Incontra i Fratelli in Formazione QUI