Essendo una delle forme di preghiera cristiana più praticate, il Rosario è ben noto per i numerosi benefici che può conferire al rapporto di una persona con Nostro Signore e Nostra Signora. Ma il Rosario non è solo uno strumento per lo sviluppo della vita spirituale privata della persona; proprio come il resto della fede e della pratica cristiana, il Rosario può guarire anche molte delle disfunzioni nelle nostre comunità politiche. Come mai? Papa Leone XIII, ardente sostenitore del Rosario e uno dei principali maestri della dottrina sociale della Chiesa, delineò alcuni dei benefici sociali del Rosario nella sua enciclica del 1893 Laetitiae Sanctae. Sebbene siano state scritte centotrenta anni fa, penso che le intuizioni di Papa Leone possano aiutarci oggi tanto quanto potevano aiutarci allora.
Innanzitutto, i Misteri Gioiosi ci insegnano il valore e la bellezza di una vita semplice. Nella nostra società, dominata com’è da un’ideologia di avidità e materialismo, quanto spesso diamo priorità alla costruzione della ricchezza e della proprietà, piuttosto che agli autentici valori umani? Considerate la povertà nella quale nacque Nostro Signore e nella quale visse tutta la sua vita. Oppure considera la cura silenziosa e tenera mostrata dalla Beata Vergine mentre viaggia per stare con sua cugina Santa Elisabetta, nonostante la sua gravidanza. Quanto somigliano la nostra vita e la nostra famiglia alla povertà e alla carità della più perfetta delle famiglie? Quanto più liberi per l’amore e il servizio agli altri potremmo essere se mettessimo veramente l’amore di Dio e del prossimo al di sopra dell’avidità e dell’ambizione!
In secondo luogo vengono i Misteri Dolorosi, che ci insegnano la virtù della pazienza in mezzo al dolore e alla sofferenza. Quando una società è lontana da Cristo, allora può iniziare a riporre la propria fede e speranza nella liberazione dal male, non nella grazia di Dio, ma nello sforzo umano e nella tecnologia, pensando che queste cose potrebbero alla fine darci la capacità di eliminare gli esseri umani. sofferenza, povertà e perfino morte. Ma come cristiani sappiamo che tale ricerca è inutile. La sofferenza e la morte sono il risultato del peccato, e non c’è rimedio al peccato oltre al sacrificio di sé di Gesù Cristo. Come cristiani, piuttosto che temere la sofferenza o fuggirla, dovremmo sforzarci di sopportare il nostro dolore, e infine la nostra morte, con lo stesso amore e obbedienza di Gesù, e diventare così come Lui.
Infine, il Santo Padre afferma che i Misteri Gloriosi sono il rimedio all'oblio e all'apatia riguardo all'aldilà. La nostra città terrena non è fine a se stessa, e tutti i nostri sforzi per migliorarla devono avere in mente il fine ultimo della vita umana – la città celeste – se vogliamo avere successo. Gesù e Maria ci hanno preceduto verso quel destino beato e, attraverso la meditazione su di loro, possiamo ordinare noi stessi e le nostre comunità ai loro fini.
I mali sociali identificati da Papa Leone rimangono con noi oggi e sono sicuramente aumentati man mano che la Fede è stata ostracizzata dalla nostra vita pubblica. Impegniamoci nuovamente nella pratica del Rosario, soprattutto in questo mese di ottobre, affinché attraverso questi santi misteri possiamo essere uniti a Gesù e a Maria in questa vita e nell'altra, come persone, famiglie e comunità.
fr. Anselm Dominic LeFave, OP | Incontra i fratelli in formazione QUI