Il rosario come scuola di preghiera

Scalare la montagna - un pellegrinaggio della nostra mente e del nostro cuore!

Secondo San Giovanni Paolo II, il Rosario ci permette di sedere «alla scuola di Maria» e ci porta «a contemplare la bellezza del volto di Cristo» (Rosarium Virginis Mariae, par. 1). Nella stessa enciclica si riferisce al rosario come al la contemplazione è via che educa il cristiano all'arte della preghiera (par. 5). Possiamo penetrare queste affermazioni se osserviamo come il rosario, come forma di preghiera ricca e sfaccettata, corrisponda ai tre gradi classici della preghiera (CCC 2699).

In primo luogo, come preghiera vocale. Ci concentriamo sulle parole insegnateci, specialmente su quella preghiera perfetta, il Padre Nostro. Le sue richieste contengono ogni sincero desiderio del cuore, e le sue parole sono rese perfette dall'essere le parole delle labbra umane del Verbo Incarnato. Non solo sono le richieste che Gesù ha insegnato e che i cristiani hanno nutrito fin dall'inizio della Chiesa, ma assomigliano alle intime preghiere di Gesù stesso al Padre: impariamo a parlare come un Figlio in lui, come il totus Cristo, capo e membri. L'Ave Maria è il messaggio dell'angelo Gabriele alla giovane donna che ancora non sapeva di essere la sua regina. È la sentenza che ha introdotto la salvezza del mondo, che ha annunciato Gesù Cristo, che ha evocato la risposta umana che lo ha accolto da parte nostra.

In secondo luogo, nella preghiera meditativa, ci spostiamo sui misteri della vita di Cristo, vedendoli con gli occhi e con il cuore di Maria, dove ella li meditava tutti. Impariamo pian piano dalla contemplazione stessa di Maria come ogni atto di Cristo sia stato salvifico e come ciascuno di essi sia anche per la nostra istruzione sulla via della perfezione. La parola “benedetto” assume un nuovo significato man mano che la applichiamo attraverso ogni mistero. Muovendo dal suo contesto gioioso nel mistero dell'Incarnazione, e perseverando nel chiamare “beata” la Madre addolorata mentre segue il Figlio sul Golgota, vediamo finalmente la sua vera beatitudine quando si unisce a Lui nella gloria, incoronata Regina del cielo e della terra .

Da tutto questo, se Dio ci desse la grazia, la nostra attenzione si eleva al di sopra delle parole preziose e dei ricordi preziosi al volto di Cristo, volto umano del Dio invisibile, che Egli ha tolto alla Madonna perché risplenda su di noi come il volto della nostra salvezza. Le parole sono ancora dolci per le nostre labbra, la vita di Cristo è ancora preziosa per i nostri cuori, ma ora formano la montagna che abbiamo scalato per stare con Dio faccia a faccia. Questa è la contemplazione, «il semplice atto di contemplare la verità» (ST II-II q.180 a.3 ad 1). Ed ecco la dolce Prima Verità - il tenero nome che Santa Caterina usava per nostro Signore - a cui il rosario ci ha condotto, come un pellegrinaggio della mente e del cuore.

fr. Andrew Thomas Kang, OP | Incontra i fratelli in formazione QUI