Il Rosario: come le nostre prove ci uniscono a Dio

Alla radice di tutti i nostri desideri c’è il desiderio di unità con Dio. Nel nostro stato decaduto, siamo inclini a rispondere a quel desiderio con cose infinitamente inferiori a Dio. Affrontiamo difficoltà, prove, umiliazioni e dolore. Sapendo bene che queste dure esperienze non sono ciò per cui siamo fatti, ci sforziamo di evitarle con ogni mezzo possibile, anche con mezzi peccaminosi. I nostri desideri, un tempo buoni, vengono distorti e nodosi dal nostro mondo, dalla nostra carne e dal nostro Nemico, e veniamo deviati dal vero scopo dei nostri desideri.

In questi momenti la Regina del Santissimo Rosario tende la mano per aiutarci a districare i nostri desideri e a restituirne la bontà. Il Rosario è veramente una scuola di contemplazione che solleva i nostri cuori dalle disgrazie che sopportiamo nel nostro esilio verso il Frutto Benedetto del seno di Maria. Per vedere questo più pienamente, rivolgiamoci alla vita stessa della nostra Beata Madre. Contempliamo brevemente quali avrebbero potuto essere i suoi desideri nei momenti che ora ricordiamo nei Misteri Gaudiosi del Rosario.

Ancora giovane e non sposata, a Maria viene detto da un angelo che concepirà. Il suo desiderio di fare la volontà di Dio avrebbe potuto essere distorto scegliendo di proteggere la sua reputazione ed evitare le difficoltà della gravidanza. Invece sopportò quella prova, scegliendo di fare la volontà di Dio con gioia. “Avvenga di me secondo la tua parola”. (Lc 1)

Quindi Maria si affretta verso le colline di Giuda e fa visita a sua cugina Elisabetta, molto più anziana. Sta affrontando la propria ansia, concepindo non in gioventù ma in età avanzata. Avrebbe potuto lasciare che il suo desiderio per Dio fosse distorto dall'ansia delle sue limitazioni fisiche. Invece di rimuginare su queste limitazioni, Elisabetta si unì a Maria nel celebrare con gioia i doni dei loro figli.

Alla Natività, Maria e Giuseppe dovettero affrontare ripetuti rifiuti da parte degli albergatori di Betlemme. Il loro desiderio di mettere Gesù nel mondo avrebbe potuto essere distorto dalla rabbia irata per quei rifiuti. Invece scelsero di mettere al mondo Gesù pacificamente in una stalla.

Alla Presentazione Simeone predisse che l'anima di Maria sarebbe stata trafitta da una spada a causa del figlio. Il desiderio di amare Gesù potrebbe essere stato distorto da una comprensibile avversione al dolore e alla sofferenza. Ma Maria scelse di amare suo Figlio anche se ciò significasse la sua agonia insieme a quella di lui sul Golgota.

Alla fine, affrontando il pensiero della disperazione dopo aver perso il suo unico figlio per tre giorni a Gerusalemme, Maria trova speranza e infine gioia nel ricongiungersi con lui nel tempio, prefigurando i suoi tre giorni nella tomba.

Come possiamo vedere, i Misteri Gioiosi non prendono il loro nome perché sono liberi dalle prove di questo mondo. Al contrario: di fronte a queste prove, la nostra Beata Madre rifiuta di lasciare che il suo desiderio di bontà donato da Dio venga distorto dal Nemico. Il Buon Dio permette che queste prove ci visitino proprio allo scopo di “colmare ciò che manca alle sofferenze di Cristo” (Col 1) e unirci a Lui nell'eternità, secondo i nostri desideri più profondi.

fr. John Vianney Russell, OP | Incontra i fratelli in formazione QUI